Diversi studi hanno provato a indagare l’approccio dei partiti regionalisti alle sfide imposte dal rafforzamento delle istituzioni europee, mettendo in luce come queste organizzazioni ne abbiano beneficiato acquisendo nel tempo maggior peso e legittimazione.
Abbiamo qui scelto di studiare come si muovano e si definiscano i partiti regionalisti che operano all’interno del Parlamento Europeo. Non più, quindi, un tentativo di analizzare questi movimenti nella loro posizione di osservatori interessati dal tortuoso processo di integrazione europea, ma la proposta di un differente punto di vista che possa essere utile a comprendere come i parlamentari eletti nelle liste dei partiti regionalisti si comportino in veste di soggetti agenti all’interno delle istituzioni comunitarie.
In particolare, si è voluto analizzarli nel loro ruolo di membri del principale organo elettivo dell’Unione Europea, divenuto sempre più centrale nell’ambito del processo legislativo.
Obiettivo finale della ricerca è quello di rintracciare i comportamenti e i percorsi che avvicinano e allontanano le differenti anime del regionalismo, concentrandosi sul posizionamento delle organizzazioni partitiche all’interno del complesso meccanismo delle istituzioni comunitarie.
Il paper fa riferimento a una letteratura già sviluppata sullo studio del voto assembleare impiegato allo scopo di individuare, attraverso l’utilizzo di tecniche di machine learning, le dimensioni spaziali in cui si collocano le posizioni dei parlamentari e di quantificare il grado di coesione dei gruppi. Per non vincolare lo studio alla sola dimensione del voto, si è scelto di unire a questo approccio anche l’uso di tecniche di analisi del testo applicate agli atti prodotti dai deputati eletti in rappresentanza di partiti regionalisti durante il primo anno dell’VIII legislatura del Parlamento Europeo.
Leggi il paper sul sito del Convegno SISP (Società Italiana di Scienza Politica)